A rimetterci purtroppo sono sempre i cittadini che si ritrovano a pagare caro un prodotto, l'acqua in bottiglia, che a volte è per giunta scadente. Per completezza di informazione ecco cosa diceva Report (RaiTre) in una delle sue inchieste intitolata "L'acqua minerale in Italia":
"Noi italiani siamo quelli che al mondo bevono più acqua minerale in assoluto. Nel 2000 ne abbiamo bevuta per oltre 9 miliardi di litri, in media 160 litri a testa. Sono affari d'oro per le aziende che imbottigliano: 5.500 miliardi l'anno scorso, che sono affluiti soprattutto nelle casse dei 4 - 5 grandi gruppi che controllano il 70% del mercato: Nestlé, Danone, S.Benedetto, Uliveto e Rocchetta. Verrebbe da pensare che ci stiano guadagnando anche i veri proprietari delle fonti di acqua minerale, che sono le Regioni, cioè lo Stato. L'acqua minerale infatti appartiene alle Regioni, che la 'affittano' alle aziende in cambio del pagamento di un canone di concessione. Nel nostro servizio di due anni fa avevamo scoperto che lo sfruttamento delle sorgenti è regolato da un regio decreto che risale addirittura al 1927, quando la minerale praticamente la bevevano solo alle terme."
Volete sapere quali erano i costi delle concessioni ?
"La Ferrarelle in Campania continua a pagare 981 mila lire (ndr 506,64 euro) all'anno, la San Benedetto in Abruzzo paga 1 milione e 75mila lire (ndr 555,19 euro), l'acqua Lete a Caserta sborsa annualmente 111 mila lire (ndr 57,33 euro)."
Appare quindi evidente la discrepanza fra i lauti incassi delle aziende che imbottigliano (parliamo di milioni di euro) e i miseri guadagni dello Stato con le concessioni.
Al danno poi va aggiunta la beffa, infatti:
•C'è il fondato sospetto che l'utilizzo di pompe per estrarre l'acqua dai pozzi possa arrecare gravi danni, oltre che ambientali, anche alle abitazioni circostanti;
•Finora la storia della privatizzazione dell'acqua pubblica ha dimostrato che alla lunga non è conveniente per lo Stato, vedi ad esempio il caso di Parigi in cui Il ritorno alla gestione municipalizzata farà risparmiare al Comune circa 30 milioni di euro l'anno ;
•Tutte queste bottiglie di plastica, se non opportunamente gestite, vanno inesorabilmente ad inquinare l'ambiente (si parla fra le altre cose di montagne gigantesche di spazzatura disperse nell'Oceano!) e se incenerite producono nano particelle dannose per la salute;
•Le acque minerali in bottiglia possono contenere sostanze tossiche, infatti "L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che i bambini non assumano oltre i 10 mg/l di nitrati con l'acqua, in quanto si tratta di una sostanza potenzialmente cancerogena. Ebbene, circa un terzo delle acque minerali italiane supera questo limite, dato che contiene più di 10 mg/litro di nitrati. Rispetto a due anni fa, c'é di nuovo che l'Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, perché permette la presenza non solo dei nitrati, ma di altri 18 contaminanti nell'acqua minerale, che secondo la Commissione é un prodotto che non dovrebbe contenere nessuna sostanza inquinante. Invece un decreto ministeriale del '92 stabilisce che nelle nostre acque minerali sono tollerabili per esempio un po' di cianuro, un po' di arsenico, un po' di piombo come nella benzina, un po' di cadmio come nelle batterie, un po' di pesticidi e un po' di idrocarburi aromatici policiclici (sono quelli presenti negli scarichi delle auto). In sostanza nel '92 gli organi consultivi scientifici del Ministero della Sanità hanno stabilito che l'acqua minerale può essere più inquinata dell'acqua del rubinetto...";
Quest'ultimo punto è alquanto inquietante...
"Come si può contrastare questo sistema che porta ad arricchire poche grandi aziende a discapito del portafoglio e della salute dei cittadini?", la risposta è inaspettatamente semplice: "Smettiamo di comprare l'acqua in bottiglia e cominciamo a bere l'acqua del rubinetto, incitando a fare la stessa cosa nelle scuole, gli ospedali, nella pubblica amministrazione, ecc."
Abbiamo quindi la possibilità di cambiare le cose in meglio e a costo zero, utilizzando ciò che da sempre abbiamo a disposizione: il rubinetto!
Oltre a non avere tutti i difetti elencati sopra, l'acqua di rubinetto ha il vantaggio di essere controllata molto spesso all'origine, controlli che ci danno, almeno in teoria, la garanzia del rispetto dei limiti di legge per quanto riguarda le sostanze in essa contenute (ricordiamoci infatti che bere acqua pura è pressoché un'utopia: la nostra acqua contiene sempre piccole percentuali di elementi chimici, microrganismi e batteri indesiderati).
"Ma se l'acqua arriva pulita fino al contatore che cosa può accadere nel tratto finale?"
L'IDEA
Qui entra in gioco l'idea che volevamo farvi conoscere...
In effetti la legge prevede che i controlli interni delle acque siano di pertinenza del proprietario e nel caso dei condomini dell'amministratore. Ma non vi è nessun obbligo.
Inoltre far analizzare l'acqua ad un laboratorio specializzato ha un costo che, per un singolo condomino, può essere davvero troppo alto.
Allora... che fare?
ZooPlantLab, laboratorio nato da due ricercatori (Massimo Labra e Maurizio "Casiraghi) dell'Università degli Studi Bicocca di Milano, ha messo a punto un kit
domestico per l'analisi chimico-fisica dell'acqua denominato "Immediatest".
Con poco più di 10 euro, è possibile ordinarlo e riceverlo comodamente a casa.
Usarlo è un gioco da ragazzi... si tratta di cinque provette e di cinque strisce di carta da immergere nell'acqua e che andranno poi confrontate con la scheda a colori messa a disposizione. In pochi minuti possiamo analizzare l'acqua di casa nostra e scoprirne caratteristiche e bontà, misurando i parametri di legge: pH, durezza, nitriti, nitrati, cloruri e solfati. Se poi i valori non dovessero rispettare i limiti, allora si potrà richiedere il servizio di un laboratorio specializzato.
IL CONTENUTO
Cliccando QUI potete trovare il sito dove acquistare Immediatest.
L'aricolo è tratto dal sito www.buonaidea.it e si può visitare cliccando su QUESTO LINK
Noi abbiamo deciso di prenderlo e di fare un test dell'acqua dei nostri comuni. Tra poco vi faremo sapere i risultati!
RispondiEliminaahah a carnate sicuramente ci saranno tracce di antrace... cmq come sempre lo stato ci magna sopra che è una meraviglia.... una cosa nn mi è chiara però: come faceva report nel 1998 a affermare che nel 2000, ossia 2 anni dopo, ne abbiamo bevuta per oltre 9 miliardi di litri?? che sono maghi? hanno chiamato Giucas Casella? ^___^
RispondiEliminaCi deve essere stato un errore di battitura... abbiamo provveduto! grazie! :D
RispondiEliminala legislazione italiana prevede norme più restrittive per le acque potabili comunali che per quelle commerciali: è consentito infatti alle acque “di marca” di contenere sostanze come l'arsenico, il sodio, il cadmio in quantità superiori a quelle dell'acqua potabile del rubinetto. Ad esempio l'acqua potabile del Comune non può contenere più di 10µg/l (microgrammi per litro) di arsenico, mentre nella maggior parte delle acque minerali sono contenuti 40/50µg/l di arsenico senza l'obbligo di dichiararlo sulle etichette. E ancora: nelle acque dell’acquedotto sono vietati i nitrati, che indicano la possibilità di inquinamento, mentre per le acque commerciali non vengono presi in considerazione nè segnalati in etichetta.Nè va dimenticato che le acque “del sindaco” ricevono rigidi e continui controlli pubblici sotto il profilo igienico e del contenuto, mentre i controlli sulle acque commerciali sono effettuati principalmente dal produttore.
RispondiEliminaIn pratica mi fido molto di piu dell'acqua del rubinetto che di quella in bottiglia tanto è vero che bevo solo quella risparminado anche una cifra di soldi... una confezione da 6 bottiglie di acqua in bottiglia costa in media 2,50 euro...la stessa quantità di acqua fatta uscire dal rubinetto costa 1 centesimo di euro.. per far sparire l'odore di cloro che è un gas disinfettante basta lasciare decantare l'acqua in una brocca per 20 minuti.... e il cloro comunque viene usatao anche per le acque in bottiglia solo che non si sente perchè prima dell'imbottigliamenteo viene fatta decantare in apposite cisterne... se non mettessero il cloro l'acqua in bottiglia sarebbe piena di micororganismi e batteri perchè è acqua alla fine di torrente quindi che scorre a contatto con terra, rocce, muschi ecc. ecc.
Ma il colmo di come ci facciamo prendere per il culo è avvenuto a new york... un 26enne ha avuto l'idea di imbottigliare l'acqua che sgorgava dal suo appartamento...ne ha vendute 50.000 confezioni in sei mesi e per non avere rogne legali l'acqua veniva venduta con il nome di TAP NY (TAP in inglese significa appunto RUBINETTO cioè acqua del rubinetto di new york e nell'etichetta lo specificava chiaramente)
i newyorkesi gliela compravano pure nonostante sia la stessa acqua che usciva dalle loro case a un prezzo decisamente inferiore...
se volete approfondire la notizia ecco il link:
http://www.fainotizia.it/2009/03/16/new-york-imbottigliano-l%C2%B4acqua-del-rubinetto-e-la-comprano-pure
un altro problema di fondo secondo me è che si rischia di cadere nel tranello delle varie ditte che producono miracolosi aggeggi filtranti...
RispondiEliminasi risparmia nel non prendere le bottiglie ma si spendono altri soldi nel comprare questi apparecchi filtranti la cui utilità ed efficacia non è dimostrata anzi peggiorano la qualità dell'acqua.
Quando sono andato in comune a richiedere la residenza, mi hanno regalato una di quelle caraffe BRITA che dovrebbero filtrare l'acqua rendendola piu gradevole e finora la sto usando... poi stamattina ho fatto la cosidetta prova del DOPPIOCECO... ho riempito un bichhiere con acqua filtrata dalla caraffa e un altro con acqua non filtrata... bene io non sono riuscito a notare NESSUNA differenza di gusto...quindi d'ora in avanti usero' l'acqua di rubinetto direttamente, anche perchè come ho letto su questa inchiesta i filtri delle caraffe filtranti peggiorano la qualità dell'acqua (e i filtri costano pure un botto)
ecco qua uno stralcio dell'inchiesta che potete leggere qua: http://www.altroconsumo.it/acqua/i-filtri-s107212.htm
Le caraffe filtranti possono migliorare la qualità dell'acqua?
La qualità dell'acqua di rubinetto è generalmente buona, nel nostro test pubblicato su Altroconsumo di settembre 2007, abbiamo verificato che le caraffe filtranti, anziché migliorarla, rischiano di peggiorarla. L'uso della brocca per filtrare l'acqua è inutile non solo quando le sostanze indesiderate sono del tutto assenti nell'acqua di partenza, ma anche quando sono presenti in tracce perché sotto ai limiti consentiti. Alcune cartucce (Brita) rilasciano ammonio in quantità superiore al limite di legge fissato per le acque destinate al consumo umano. Le brocche tengono a bada i solventi, ma il ristagno dell'acqua nella caraffa causa un generale peggioramento della qualità microbiologica (la carica batterica) e chimica (l'aumento di nitriti) dell'acqua. I risultati che emergono dal nostro test fanno riferimento a un uso delle caraffe in condizioni ottimali: se l'utilizzo non dovesse essere così accorto, i rischi potrebbero anche aumentare (soprattutto la proliferazione batterica). Se avete in casa la caraffa e la usate - come suggeriscono le istruzioni - conservate l'acqua in frigorifero e consumatela entro la giornata.
il consiglio alla fine è bevete acqua del rubinetto avendo cura di farla decantare...sarà buona come quella in bottiglia..